Il Convento del Santissimo Rosario

Il Convento del Santissimo Rosario

Piazza Giuseppe Garibaldi a Marino è circondata da edifici di grande interesse storico ed artistico. Il più imponente è sicuramente il vasto complesso del Convento del Santissimo Rosario.

Il monastero venne fondato nel 1676 da suor Maria Isabella Colonna, sorella del duca di Marino, Lorenzo Onofrio. 

La fondatrice del Convento del Santissimo Rosario di Marino nacque nel 1634 a Palermo, con il nome di battesimo di Maria Antonia, figlia di Marcantonio V Colonna, all’epoca titolare della carica di Connestabile del Regno di Napoli per conto del re di Spagna, e da Isabella Gioeni, nobildonna di origine catanese. 

A quindici anni, la giovane decise (con sincera devozione, stando alle notizie biografiche tramandate) di prendere i voti presso il monastero delle suore domenicane dei Santi Domenico e Sisto a Roma, alle pendici del Quirinale.

Anche altre sue tre sorelle furono avviate alla vita monastica: Maria Alessandra, Maria Girolamo e Maria Colomba. Delle sei figlie femmine di Marcantonio V Colonna ed Isabella Gioeni, dunque, quattro divennero suore, e soltanto due si sposarono. 

Completavano la famiglia due figli maschi. Filippo, il minore, nel 1671 sposò Clelia Cesarini, ultima esponente di questa ricca famiglia aristocratica romana. Clelia si contenderà con la sorella Livia l’eredità del patrimonio di famiglia, tra cui i feudi di Genzano e Lanuvio: la questione fu definita nel 1709 con una transazione tra le sorelle Cesarini, all’esito del quale i feudi di Genzano e Lanuvio ed altre proprietà dei Cesarini rimasero a Livia, che insieme al marito Federico Sforza diede origine alla famiglia Sforza-Cesarini.

L’altro figlio, Lorenzo Onofrio, il primogenito, aveva sposato nel 1661 Maria Mancini, una nipote del cardinale Mazzarino, primo ministro francese, allontanata dalla Francia dallo zio per fermare la sua relazione con il giovane coetaneo Luigi XIV, il futuro Re Sole.

Questo matrimonio non fu sereno, e nel 1672 Maria Mancini fuggì da Roma e dal marito, tentando di raggiungere il suo primo amore, il re di Francia Luigi XIV, senza tuttavia ricevere mai da lui l’autorizzazione a recarsi a Versailles.

Lorenzo Onofrio Colonna, un uomo brillante e colto, approfittò dell’allontanamento della moglie per rendere sostanzialmente pubblica la sua relazione con la contesa Ortensia Ianni Stella, resa immortale da un meraviglioso ritratto del pittore Ferdinand Voet (Ferdinando de’ Ritratti). 

In questo contesto, suor Maria Isabella Colonna sentì il bisogno di fondare una comunità monastica più isolata del convento sul Quirinale, forse per isolarsi il più possibile dalle complicate vicende patrimoniali e sentimentali dei fratelli. 

Il fratello le mise a disposizione alcune case sulla “piazza nuova della Madonna delle Grazie” a Marino.

Così, il 21 settembre 1676 suor Maria Isabella, suor Giulia Lancellotti, suor Agata Serafini e quindici novizie arrivarono a Marino, per prendere possesso del nuovo convento . Qui trovarono ad accoglierle proprio la contessa Ianni Stella, che era solita villeggiare a Marino, tanto che nel 1686 acquistò un palazzetto di villeggiatura proprio sull’attuale piazza Garibaldi: l’edificio ora noto come Palazzo Bandinelli. 

La fondatrice della comunità, suor Maria Isabella Colonna, morì nel 1682; l’anno successivo sua sorella suor Maria Colomba chiese ed ottenne il permesso papale per trasferirsi nel monastero di Marino. Una terza sorella Colonna, suor Maria Girolama, fondò un’altra comunità monastica domenicana ad Avezzano, sul modello di quella di Marino: questo convento rimase attivo fino al terremoto che sconvolse l’Abruzzo nel 1915, dopo il quale le suore superstiti si trasferirono nel convento di Marino.

Il Convento del Santissimo Rosario è austero, come è giusto che sia un luogo di clausura e meditazione: ma dietro la semplice facciata si nasconde un tesoro dell’architettura rococò. La chiesa del Santissimo Rosario, infatti, realizzata all’interno dell’edificio, è una delle più belle realizzazioni dell’architettura settecentesca nel Lazio. Il piccolo luogo di culto fu disegnato dall’architetto Giuseppe Sardi e realizzato nel 1712-1713. 

Vale la pena approfittare delle poche occasioni di apertura per entrare in questo luogo dall’immenso valore spirituale, artistico e storico.

 

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